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Idea comune legata alla creatività è quella di credere che sia prerogativa dell’arte e delle invenzioni rivoluzionarie utili alla società ad opera di individui geniali. Molto spesso però, si giunge a scoperte innovative per pura sincronicità più che per una particolare dote geniale. Questo è sostenuto da ricercatori del passato e del presente. Ad esempio Albert Hofmann, che scoprì LSD-dietilamide dell’acido lisergico, e Percy Spencer con la scoperta delle microonde. Si tratta di serendipity o serendipità ossia l’occasione di fare scoperte per puro caso ma anche di trovare qualcosa di non cercato e imprevisto mentre se ne sta ricercando un’altra.
Pensare che la creatività sia una virtù riservata a pochi non fa altro che far prendere le distanze ai più. Quando invece gli atti creativi sono alla portata di tutti indistintamente in modalità e ambiti diversi per ognuno. Un modo di pensare che genera facilmente frustrazione, stress e ansia. Se non gestite queste emozioni conducono oltre la linea di demarcazione dove sono depressione e panico. Pertanto se tale soglia non viene superata, l’ansia diventa una potente leva motivazionale. Paradossalmente l’ansia può condurre a soluzioni creative verso gli ostacoli lungo il percorso della vita. Sto parlando di “creatività quotidiana” che è quella creatività che toglie dalle seccature in modo singolare, quindi creativo.
Possiamo perciò affermare che la creatività si divide sommariamente in creatività legata al mondo artistico e del lavoro e in creatività quotidiana.
Infatti proprio quest’ultimo aspetto dovrebbe interessare tutti. Sviluppare la capacità di attingere al flusso della creatività per “trovare risposte creative a ciò che la vita ci lancia”. Se si impara a far questo, senza voler trovare soluzioni attraverso l’impegno razionale, si risparmiano tante energie, fisiche e mentali, e la soluzione arriva molto più rapidamente. Uno dei modi per farlo è proprio spostarsi dal piano mentale. Ossia non pensarci in modo ossessivo e ripetitivo, affidarsi e fidarsi. Una volta “ricevuta” la risposta creativa risolutiva, ridiscendere nel piano mentale per applicare la soluzione al problema/ostacolo. Questo modo di agire lascia molto tempo poi da dedicare alla creatività artistica nel senso lato del termine. Una creatività che oltre ad essere un’espressione di sé stessi trasmuta e sublima gli aspetti più dolorosi della nostra esistenza.
La creatività che diventa medicina per la mente e per il cuore e di riflesso per il corpo.
Corpo e creatività
Un’altra consuetudine comune è quella di credere che la creatività sia appannaggio dell’intelletto, ma la creatività non fluisce se il corpo non è presente. Quando c’è un dolore, un disagio o disequilibrio a livello corporeo la creatività ne risente. Le espressioni creative che non possono prescindere dal corpo sono molteplici. Basti pensare ad un atleta, un ballerino, un pittore, uno sculture o un cantante, l’elenco potrebbe essere lungo. Se pensiamo ad uno scrittore o ad un poeta vedremo che, oltre alle mani e le braccia, questi mette in campo anche il cervello. Mezzo attraverso cui si pensa e che fa parte del corpo. Il cervello necessita di quote di ossigeno pari al 30% di ciò che respiriamo. Quindi meno respiriamo, meno ossigeno portiamo alla materia grigia e ciò equivale a più nebbia mentale, meno creatività.
Inoltre nel fisico rintracciamo, tramite la variazione della frequenza cardiaca, una lieve sensazione di calore o di benessere generale, l’intuizione, l’idea creativa, la cosa giusta da fare.
Imparare a respirare
“Per riconquistare la creatività dobbiamo imparare di nuovo a respirare”. Citazione di Barnet Bain produttore, registra e sceneggiatore di Hollywood autore di The Book of Doing and Being – Il libro del fare e dell’essere. Nel libro fa spesso riferimento all’utilizzo del respiro consapevole nel suo lavoro. Sostiene che il 98% dei bambini intorno ai 3 anni sono molto creativi e che le loro spiccate doti, crescendo vanno quasi completamente perse.
Secondo Barnet ciò accade perché, per non sentire le emozioni nel corpo, ci distacchiamo da questo, prendendo dimora nella testa. Gestiamo emozioni e percezioni con il pensiero, che di fatto, crea separiamo dal corpo e quindi dalla creatività.
La creatività non nasce nella testa ma è un dono prezioso che arriva da un’altra dimensione che ha a che fare con il cuore, le emozioni e le percezioni. Tutto ciò può trovare soluzione solo riprendendo contatto con il proprio corpo, connettendosi alle emozioni, attraverso l’unico strumento possibile: la respirazione.
Ma in che modo ci separiamo dal corpo?
Sentimenti di paura, abbandono, stress e ansia vengono percepiti come pericoli per la propria vita. Queste emozioni creano un eccessivo accumulo di energia che difficilmente l’individuo riesce a gestire pertanto inconsciamente decide di separarsi dal corpo. Con il tempo, la capacità di dissociarsi dal corpo diventa sempre più spontanea e frequente. È necessario riconnettersi alla propria energia creativa recuperando le sensazioni di vitalità del corpo. Custodite nella sua memoria cellulare onnicomprensiva, ed è possibile farlo solo attraverso il nostro respiro. Aspetti di questo modo di agire inconsapevole si rintracciano in seguito nel proprio corpo attraverso lievi sintomi e nei casi più acuti nelle malattie più o meno gravi.
Ogni emozione è legata ad una sensazione fisica
Inizialmente le emozioni ci portano a ergere una corazza protettiva per poter affrontare la giornata senza troppe implicazioni emotive. Se questo atteggiamento viene protratto nel tempo, il nostro corpo ci presenta il conto. Un modo per distaccarsi momentaneamente dalla turbolenza emotiva è quello di impegnarsi in qualcosa di diverso. Attività come giocare, guardare un film, incontrare un amico. Si permette così di occuparsi secondariamente delle proprie emozioni, quando cioè si è superata la curva emotiva che porta ad una maggiore lucidità mentale. È possibile prendersi cura delle proprie emozioni scrivendo un diario (ciò permette di trasferire l’emozione nel foglio), parlando con un amico fidato o con il proprio facilitatore. Oppure in autonomia respirando in modo circolare e connesso, accompagnando l’emozione dal suo insorgere fino al culmine della sua attivazione.
Un altro strumento di gestione emotiva è senza dubbio la meditazione
L’emozione è la reazione del corpo alla mente e prendersene cura libera tutto il sistema mente-corpo. È importante comprendere che quando reprimiamo le emozioni, queste rimangono intrappolate nel corpo in attesa di essere liberate, se ciò non avviene, il corpo esprime un dolore localizzato contenente il messaggio emotivo da liberare.
Un esempio di sofferenza del corpo, tramutata e sublimata in arte e attraverso l’arte, arriva dalla pittrice messicana Frida Kahlo. Nelle sue opere la pittrice esprime con spontaneità gli eventi drammatici della sua esistenza diventando un esempio di resilienza, trasformandosi e adattandosi alle sfide della vita. L’arte infatti si fa carico di questa enorme missione che va al di là dell’arte intesa come pura e semplice espressione artistica. L’arte diventa missione di sé stessa e in ognuno.
Respiro consapevole
Sia che si tratti di creatività artistica, lavorativa o quotidiana questa può esprimersi in modo spontaneo e senza sforzo solo se si ha la percezione di essere dei co-creatori, cioè di creare con le forze dell’universo.
Per far ciò necessitiamo di imparare a silenziare la mente, soprattutto la mente egoica, quella che negativizza tutto perché impaurita. Un modo per aiutarsi in questo processo, come suggerito in modo risoluto da Barnet Bain, è senza dubbio il respiro consapevole. L’attenzione al respiro ha la capacità di riportare nell’Adesso, quindi su un piano non mentale, permette di aprire un gap tra un pensiero e l’altro e di essere nel flusso intuito-creativo. Lo stesso processo vale quando si vuole essere creativi in particolari ambiti della vita come l’arte, la scrittura o qualsiasi altro aspetto che richieda un estro creativo.
Il blocco dello scrittore
In passato, non di rado, rimanevo paralizzata per ore di fronte ad un foglio bianco, nel cosiddetto blocco dello scrittore, per poi partorire poche righe degne di nota. Finché un giorno, in piena accettazione ma non rassegnata. Iniziai a respirare consapevolmente di fronte allo schermo del mio computer con una bella pagina word bianca con su scritto solo il titolo dell’articolo. Senza perdermi d’animo contattai la parte più intima di me, l’osservatore, e iniziai a seguire l’entrare e l’uscire dell’aria attraverso le mie narici. In men che non si dica mi ritrovai in un flusso di idee tale che, nonostante la mia battitura veloce a 10 dita, non riuscivo a trascrivere tutto ciò che arrivava alla consapevolezza. Modalità che una volta acquisita non mi ha più abbandonata.
La pratica del respiro consapevole che facilita il processo creativo coinvolge tutto il tronco. Questo è un respiro di petto-pancia per risvegliare il genio e infondere una sensazione di vitalità, non si sofferma nel diaframma poiché questa respirazione è più indicata per rilassare e gestire l’ansia. Se si è agli inizi e si ha qualche difficoltà, allora è sufficiente che il respiro coinvolga la parte superiore del petto inspirando ed espirando dallo stesso canale, cioè o dal naso oppure dalla bocca.
Rebirthing-Breathwork
Oggi dopo molta pratica sono riuscita ad entrare quotidianamente nel flusso in modo spontaneo. Il tutto è frutto di un lavoro più profondo su me stessa attraverso non solo la consapevolezza del respiro ma anche e soprattutto con il Rebirthing-Breathwork. Questa pratica permette di andare oltre le barriere della mente, esattamente dove si trova la creatività e allo stesso tempo scioglie, drena e integra gli schemi di pensiero limitanti come quelli legati al potere creativo.
Prima di iniziare la pratica del Rebirthing-Breathwork, si può esprimere un intento chiaro come ad esempio quello di ricevere delle indicazioni chiare e creative per risolvere un problema, ma si possono anche ricevere idee originali per creazioni o progetti futuri senza averli richiesti. Più ci si concede del tempo per praticare Rebirthing-Breathwork più si allarga alla quotidianità, la possibilità di fare esperienza del flusso in ogni momento e soprattutto quando è necessario al proprio benessere fisico, mentale e spirituale.
Stato Alfa e Theta
Il Rebirthing-Breathwork anche detto respiro consapevole, circolare e connesso permette, ma non sempre è il suo obiettivo primario, di raggiungere lo stato Alfa e poi Theta, rispettivamente pre-sonnolenza e sonnolenza. Le frequenze del cervello si abbassano portando il praticante ad uno stato di calma e rilassamento nel quale si è particolarmente intuitivi e creativi. In particolare le onde cerebrali Alfa sono associate ai livelli più elevati di creatività e di conseguenza a bassi livelli di stress: infatti, creatività ed eccessivo stress non possono coesistere.
Spesso il respiro ed in particolare il Rebirthing-Breathwork, permette di accedere al subconscio e, proseguendo con la pratica, di scardinare le sue barriere. Con il respiro si possono contattare le emozioni represse frutto di convenzioni e imposizioni morali e di integrarle. Respiro dopo respiro tutti i livelli dell’essere si riallineano portando il praticante a sperimentare un’espansione di coscienza: le intuizioni affiorano e la propria espressione creativa accresce.
Attraverso il respiro, è possibile attingere a risorse che spesso si pensa di non possedere rifiutando di avvicinarsi alla creatività proprio perché si ignora la possibilità che il respiro consapevole può sprigionare.
Il Respiro e Scienza
Anche la scienza, negli ultimi decenni, ha avvalorato conoscenze ed insegnamenti delle tradizioni sapienziali millenarie in ambito di respiro consapevole, affermando che, una pratica costante porta all’aumento della creatività. Gli antichi saggi indiani inoltre sostenevano che il respiro favorisce la creatività grazie all’unificazione della mente, del nostro corpo, del nostro spirito e delle nostre emozioni, determinando una importante vitalità che facilita l’espressione creativa permettendo una maggiore chiarezza mentale, quindi focus e concentrazione. Il genio che alberga in ognuno si risveglia ma è necessario essere disposti ad uscire dalla zona di comfort, andare cioè, oltre i propri limiti.
Allora siete pronti a respirare consapevolmente? Potreste rimanerne stupiti! Non siate impazienti se non entrate subito nel flusso, le aspettative sono la prima causa di insuccesso in qualunque pratica, ma se si mantengono alti i livelli di fiducia verso ciò che si fa, i risultati arrivano di sicuro! Quali siano i tempi non è dato saperlo, ma di certo arrivano. Buona creatività a tutti!
Fabiola Dessì