Alimentazione e Rebirthing
La scelta vegetariana/vegana non è sempre facile. Ogni giorno, nel mio lavoro di consulente, sostengo persone che vivono dei veri e propri disagi per le loro scelte alimentari, a causa delle pressioni che subiscono in ambito famigliare e sociale, preoccupazioni generate sovente dalla disinformazione su eventuali danni che tale scelta può causare all’organismo .
Nonostante la scienza vegetariana sia supportata positivamente da una vasta letteratura e da evidenze scientifiche sui benefici derivanti da questa scelta nutrizionale, le convinzioni/convenzioni sociali che investono il futuro vegetariano sono spesso faticose da gestire, soprattutto quando la scelta ha come origine una motivazione di tipo etica piuttosto che salutistica.
Superato il primo ostacolo, la sfida è portare avanti nel tempo tale scelta. Mi capita troppo spesso di conoscere persone che, dopo un periodo di vegetarianismo, sono tornate all’alimentazione “tradizionale”, per esempio, a causa di un malessere fisico. Nella fattispecie ogni malessere è, per la medicina allopatica, quasi sempre imputato ad una alimentazione povera di proteine animali, di ferro o vitamina B12. Senza il sostegno di persone esperte e competenti (medici vegetariani, naturopati, ecc.), è facile tornare sui propri passi. La circolazione di materiale informativo fuorviante, aumenta a dismisura la difficoltà di raggiungere le informazioni corrette.
Infine, per portare avanti la scelta vegetariana, dobbiamo fare i conti anche con il nostro DNA. La memoria genetica, attraverso l’olfatto, la vista e poi il gusto, ci richiama continuamente alle vecchie abitudini alimentari. È un viaggio emotivo a ritroso verso la nostra memoria cellulare dalla quale nasce il desiderio, che è nella nostra mente, e che ci riporta o ci tiene legati a vecchi comportamenti. Il cibo, infatti, può ricordare l’infanzia, luoghi e tempi di vita trascorsa assolutamente vivi in noi a livello energetico. Pertanto, se non si è abbastanza motivati e determinati, è facile ritrovarsi a desiderare o a mangiare il piatto, a base di carne, della mamma. Ciò fa sorgere non pochi sensi di colpa, che ben presto vengono soppressi grazie all’aiuto del corpo che si ammala, la cui causa, come già detto, per convenzione sociale, viene imputata a deficit nutrizionali.
Questo è il perfetto gioco della mente che tenta di intrappolare facilmente chiunque, prima o poi. Solo chi vive con determinazione, nel qui e ora, la scelta intrapresa, può uscire da questo gioco, qualsiasi sia la spinta emozionale che l’accompagna. Vivere nel qui e ora significa abbandonare: il desiderio di tornare ai vecchi comportamenti; la paura per la propria salute e di chi condivide con noi la medesima scelta (ad es. figli); il timore di non essere accettato e giudicato, deriso e osteggiato.
Personalmente non ho mai avuto richiami così forti da indurmi ad allontanarmi dall’alimentazione vegetariana anche se, nei primi anni di vegetarianismo, in diverse occasioni, ho sentito il pressante desiderio di alcuni piatti. Ho così iniziato a osservare questi miei comportamenti e notavo che il Rebirthing, la tecnica di respiro consapevole che pratico e insegno, mi aiutava ad integrare tutte le emozioni di desiderio, paura e giudizio legate al cibo. Ogni volta che sopraggiungeva un turbamento riguardante la mia alimentazione, mi dedicavo del tempo per “respirarlo via” e, respiro dopo respiro, ogni dubbio, paura e insicurezza lasciava il posto alla fiducia, alla sicurezza e all’amore.
Il Rebirthing, infatti, è una tecnica di respiro che si pone come obiettivo quello di integrare tutte le memorie dolorose che abbiamo impresse nella memoria cellulare, dal momento del concepimento ad oggi. Quando integriamo le memorie dolorose, queste non hanno più potere reattivo e la nostra vita scorre più serenamente. Nella mia ricerca ho potuto altresì osservare che, comportamenti legati alle dipendenze come il fumo o il gioco, con il Rebirthing, venivano pian piano abbandonati. Da qui l’idea di applicare la respirazione consapevole anche alle emozioni connesse al cambiamento di alimentazione di chi sceglie di diventare vegetariano o vegano, per superare la dipendenza da un certo tipo di alimenti, esattamente come avevo già sperimentato personalmente. Chi si avvicina al Rebirthing difficilmente abbandonerà la via vegetariana e vegana, poiché è un viaggio interiore dal quale è difficile tornare indietro… si può solo andare in avanti! Buon respiro a tutti e buona vita vegetariana o/e vegana.
Fabiola Dessì
Tratto dal libro La cucina mediterranea del Bel Paese: l’Italia vegetariana e vegana